Tullibardine

Anno di fondazione:
1949

Fondatore:
William Delmè-Evans

Attuale proprietario:
Terroir Distillers, Picard Vins & Spiriteux

Stato attuale:
Attiva

Capacità produttiva:
3.000.000 litri

Regione / Distretto:
Highlands

Indirizzo:
Blackford, Perthshire PH4 1QG

Servizi:
Visitor Centre

Contatti:
01764 682252

Website:
tullibardine.com

Distributore Italia:
Beija-Flor Srl

Distillery

La cittadina di Blackford, nelle Highlands meridionali, pare avere una naturale propensione per l’attività di distillazione: sappiamo infatti che già alla fine del Quindicesimo secolo re Giorgio IV si fermò proprio a Blackford ad acquistare un barile di birra, e si tratta dello stesso sovrano celebre per avere nel 1488 ordinato a frate John Cor di produrre dell’acquavite da 8 balle di malto. Nonostante questo buon auspicio, nel corso dei secoli sono stati fatti diversi tentativi per costruire distillerie legali ma solo l’ultimo è andato a buon fine: nel 1949 William Delmé-Evans acquista l’ormai abbandonata Gleneagles Brewery e la tramuta nell’odierna Tullibardine Distillery.

Dal 1953 al 1994 la distilleria cambia proprietà diverse volte: nel 1972 vengono fatti lavori di espansione per passare da due a quattro alambicchi ed avere così una capacità produttiva di circa 2700000 litri annui, anche se quasi mai Tullibardine è stata attiva a pieno regime. White & Mackay acquista la distilleria nel 1994 ma la chiude l’anno successivo, poiché interessata solo agli stock di botti presenti. Ci vorranno otto anni perché una nuova cordata indipendente guidata da Micheal Beamish e Douglas Ross rilevi la distilleria e ne faccia riprendere la produzione nel 2003. Oltre a questo merito, ai nuovi proprietari va riconosciuto un profondo lavoro di analisi degli stock e di recasking, vale a dire di re-imbottamento: siccome in passato Tullibardine serviva soprattutto come malto-base per l’industria del blending, infatti, i barili trovati nei magazzini erano sembrati essere di qualità non adeguata.

Quest’operazione viene portata a termine con l’ennesimo passaggio di proprietà del 2011, stavolta apparentemente definitivo: la compagnia francese Picard Vins & Spiritueux, specializzata nella produzione e nel commercio di vini (celebre il Chassagne Montrachet), ricostruisce l’immagine del marchio, rivoluziona il core range e insiste sul lavoro di re-imbottamento grazie all’esperienza con i legni maturata nel mondo del vino. E non sarà certo un caso che alcuni tra gli imbottigliamenti più apprezzati siano proprio quelli caratterizzati da passaggi in barili francesi di Sauternes o di Borgogna. Dal 2016, dopo l’acquisto degli edifici adiacenti alla distilleria originale, sono in atto lavori di espansione per ampliare le cantine e creare un impianto di imbottigliamento in loco (già attivo a inizio 2017) e per rendere il visitor centre ancora più attraente.

I metodi di produzione sono tradizionali, e il ricorso alla computerizzazione è volutamente ridotto al minimo. Storicamente Tullibardine aveva un carattere molto oleoso, con note di frutta secca: la nuova proprietà ha cercato di alleggerire un poco lo spirito, puntando su note più fruttate e floreali derivanti anche dalla fermentazione, che dura almeno 52 ore. Come detto, però, per adesso gli imbottigliamenti più giovani sono caratterizzati soprattutto dall’apporto decisivo dei legni di qualità.

Marchi

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